Muovendomi all’interno della consapevolezza che il lavoro artistico è prima di tutto vivere un rapporto, la mia ricerca analizza il problema dello spazio inteso come percezione temporale, tessuto vitale che risente di situazioni accadute e di eventi inaspettati. Un terreno delicato e mutevole, in cui il filtro della memoria trova un posto privilegiato.
A partire dall’esplorazione di uno spazio-distanza tra me e ciò che vedo, passando da uno spazio mnemonico che emerge nell’immagine in fase di creazione, approdo in uno spazio-apertura quale luogo di cambiamenti, che rimanda ad un luogo altro.
Nel lavoro il rapporto sempre più stretto con la materia definisce il canale comunicativo. La gestualità della stratificazione e l’interazione con materiali eterogenei, pellicole pittoriche, sensibilità grafiche diventa il modus operandi attraverso il quale trasfiguro le fonti da cui attingo: luoghi e oggetti reali, immagini fotografiche, opere d’arte in legame con il mio vissuto.